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L’informazione ed il Sistema Informativo: il bisogno di conoscenza ed il valore dell’ informazione 2/2

Il problema di raccogliere, elaborare e fare circolare le informazioni riveste, come visto nell'articolo precedente, un ruolo critico soprattutto nell’organizzazione di grandi complessi produttivi. In questi, difatti, non solo si amplia il volume di informazioni necessarie ma si allungano anche i circuiti di comunicazione, aumentano i punti di interconnessione nell’integrazione dei vari flussi di dati, si complicano le modalità di elaborazione e diffusione della documentazione. Il successo di un’organizzazione dipende dai dati raccolti e dall’informazione prodotta e la qualità delle decisioni manageriali dipende dalla qualità dell’ informazione e del sistema informativo di cui si dispone, oltre che dalla qualità dei manager8; ecco perché il processo produttivo delle informazioni assume un ruolo chiave. Affinché i dati diventino di supporto effettivo alle decisioni aziendali, il passaggio fondamentale è concentrare le informazioni raccolte nei databasein
un datawarehouse10, un “magazzino di dati aziendali” ed una volta costruito i datawarehouse la miriade di dati accumulati vengono analizzati, per estrarne valide indicazioni per lo sviluppo del business, la riduzione di costi e l’incremento di ricavi, mediante quell’insieme di processi e tecnologie che prende nome di Business Intelligence11.
A rendere più dinamico l’ambiente esterno e più laborioso e rischioso il governo dell’impresa concorre l’azione della concorrenza in un mercato globale. L’ Assinform, l’Associazione nazionale produttori di contenuti, tecnologie e servizi per l'informazione e la comunicazione, presenta ogni anno un rapporto sull’andamento del mercato dell’informatica e delle telecomunicazioni. Dopo tre anni recessivi, il mercato mondiale dell’ Information Tecnology dal 2004 è finalmente in crescita. Analizzato nel dettaglio però il risultato aggregato presenta grandi differenze nelle diverse aree geografiche. Mentre nel Nord America e in Asia (in particolare Giappone e India) si rilevano dati di ripresa, in Europa la spesa IT cala e le TLC crescono in misura irrilevante. In Italia è il mercato dell’informatica a subire un calo, mentre il fatturato delle telecomunicazioni cresce, soprattutto grazie all’espansione della telefonia mobile12.
Si rileva una forte correlazione tra l’andamento della spesa in Information Tecnology ed il Pil dei diversi paesi: segno dell’efficacia degli investimenti in innovazione, che in alcune realtà estere hanno determinato i presupposti per reagire in maniera rapida ed efficace alla crisi degli anni precedenti. Gli Stati Uniti per esempio sono in una nuova fase di crescita, e sono proprio gli investimenti degli anni scorsi a costituire il fattore abilitante di questa ripresa; il medesimo presupposto ha consentito al Giappone di entrare in una fase di espansione, dopo un periodo recessivo. La Spagna ha raggiunto ottimi risultati, grazie ad un piano strategico di investimenti. L’Italia è il paese europeo che ha maggiormente contratto gli investimenti in IT con un il Pil rimasto pressoché stazionario. D’altra parte, il rallentamento dell’economia rende ancor più prudenti le molte piccole e medie imprese, tipicamente contraddistinte da crescite più graduali e dalla tendenza a contenere gli investimenti in informatica.L’Information Technology costituisce, dunque, un’opportunità di crescita per tutti i paesi dell’Europa, poiché strumentale alla riduzione del gap economico con i paesi più informatizzati.  Entriamo nel dettaglio della situazione italiana.
La Spring Briefing Session 200613 di IDC Southern Europe14 ha delineato l’evoluzione del mercato ICT nell’ultimo ventennio, l’andamento del settore nel 2005 e i trend per il 2006. Il mercato dell’Information e Communication Tecnology, sta crescendo in Italia del del 2,1% rispetto al 2005 e dovrebbe raggiungere nell’arco del 2006 un valore complessivo di 22,3 miliardi di euro. Tale crescita è anche da ricollegare a quella del PIL (+1,3% rispetto allo 0,1% del 2005), a dimostrazione della già citata stretta correlazione tra il mercato IT ed il settore economico. Tra il 2005 ed il 2008 la spesa in Information Tecnology in Italia registrerà un incremento medio annuo del 2,4%, posizionando l’Italia come fanalino di coda tra i paesi Europei15. Il mercato dei software risulta in crescita16; la crescita deriva prevalentemente dalla stabilità dei prezzi di mercato, dal lancio di nuovi strumenti di integrazione,
dall’upgrade di applicativi integrati (Erp – Enterprise Resource Planning) nonché dagli investimenti in nuovi progetti: le aree più interessate da nuovi investimenti sono la sicurezza, il Crm – Customer Relationship Management e la Business Intelligence17.Per quanto riguarda gli hardware il segno negativo è dovuto principalmente al calo dei prezzi, che nel caso dei Pc ha annullato gli effetti dell’espansione dei volumi venduti. Alla ripresa dei volumi di vendita ha contribuito solo la domanda delle imprese, caratterizzate da un aumento del numero dei lavoratori mobili e degli utilizzatori degli strumenti informatici in azienda18.
Assinform rileva che segnali deboli ma positivi si sono rilevati a partire dal 2003: il mercato dell’ Information Tecnology è cresciuto in maniera più consistente, ben 200.000 imprese si sono informatizzate nell’anno e sempre più utenti hanno scelto la banda larga (a fine 2003 erano circa 2.250.000, di cui 687.000 abbonati nell’ultimo trimestre); inoltre, sul mercato si affacciano nuove soluzioni innovative che potrebbero far decollare nuovi mercati. Sono segnali concreti, che si possono interpretare come il punto di partenza di un rilancio, a condizione che imprese, individui, istituzioni ed enti governativi percepiscano l'innovazione quale strumento imprescindibile per la competitività.

Fonte[7]


“Il dirigente dalle facili e pronte intuizioni è ormai obsoleto: il mutamento ambientale e l’odierna situazione competitiva tendono a portare nelle posizioni di responsabilità i manager dotati di conoscenze specialistiche e che sono in grado di affrontare in modo sistematico e scientifico sia i problemi direzionali, sia quelli operativi”. P. Onida, Economia d’azienda, Utet, Torino, 1968
“Il volume dei dati in possesso di una società raddoppia circa ogni anno e la loro mole diventa sempre più difficile da gestire. Ma i dati, di per sé, non esplicitano le informazioni, pur contenendole, ne tanto meno la conoscenza. Fondamentalmente un database ha come obiettivo la raccolta dei dati per gestire il business, con caratteristiche fortemente operative, su una base di transizioni di solito giornaliera e con dati che possono essere modificati nel tempo. Un database, insomma, raccoglie i dati pensando alla quotidianità, all’aspetto di raccolta. I dati possono essere riguardanti uno stesso argomento oppure
10possono riguardare più argomenti correlati tra loro in qualche modo.” Shinynews.it, Business Intelligence:conosciamola meglio, in Business Online, maggio 2006 10 “Il datawarehouse è una sorta di grande database decisionale, orientato cioè a trovare e consentire l’analisi delle informazioni implicite nei dati. Per questo motivo i suoi dati non sono volatili, ma fissi, storici. Altra caratteristica fondamentale del datawarehuse è la consistenza: i dati provenienti dai vari database quando passano nel dataware house diventano uniformi alla lettura e organizzati non più necessariamente per argomento, ma per obiettivo.” Shinynews.it, Business Intelligence:conosciamola meglio, in Business Online, maggio 2006
11 L’argomento verrà più volte ripreso e argomentato nei capitoli che seguono essendo il fulcro della nostra trattazione. Tuttavia, cominciamo a definire la BI come l’insieme dei processi decisionali completi e delle applicazioni-sistemi tecnologici, in grado di trasformare quelli che sono ancora e solo dati in informazioni utili e di generare conoscenza per i business decision maker.
12 Fonte: Nuovi studi Assinform, Politecnico di Milano Customer Management Forum
13 Si tratta di una conferenza che rappresenta l’appuntamento annuale di riferimento in Italia per orientare le scelte degli operatori dell’industria ICT, quest’anno si è tenuta il 9 maggio a Milano. 14 E’ la principale società analista IT a livello internazionale. 15 M. Tansini, Il mercato IT si avvia ad un nuovo ciclo di crescita in Italia secondo IDC, in Business Online, giugno 2006
16 “Il segmento del software sarà quello che crescerà di più con un incremento medio annuo del +5,2% contro il +2,1% del comparto hardware ed il +1,6% dei servizi”. Redazione BusinessOnline, Il mercato IT in Italia, in Business Online, maggio 2006

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