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L’informazione ed il Sistema Informativo: il bisogno di conoscenza ed il valore dell’ informazione 1/2

A Delfo, ai piedi del Monte Parnaso, si ergeva un famoso tempio di Apollo, dove le sacerdotesse davano responsi tanto ambigui ed oscuri da essere spesso pericolosamente sviati. Ne fu vittima anche Filippo il Macedone, che, al tempo della sua spedizione persiana, ricevette questo oracolo: “La vittima designata, incoronata a morte, sta davanti all’altare”. Egli ritenne si trattasse del re di Persia, ed invece si parlava di lui. I nostri “oracoli” moderni talvolta sanno essere altrettanto ambigui e svianti.
T.S. Eliot scrisse nel dramma La rocca: “Dov’è la conoscenza che abbiamo smarrito nell’informazione?”2, a questa domanda un analista di dati potrebbe aggiungere: “Dov’è l’informazione che abbiamo perduto nei dati?”. L’informazione non sempre si trasforma in conoscenza. Ci sono molte ragioni per essere guardinghi circa la validità e l’interpretazione dei dati, ma il desiderio di conoscenza e quindi la necessità di informazione è antico quanto l’uomo e molti problemi, che dobbiamo affrontare oggi, hanno origine remota. Non siamo in grado di rispondere in modo esplicito ai quesiti enunciati, ma qualunque domanda ci si ponga sulla tecnologia dell’informazione si dovrebbe tener presente che la funzione che essa svolge non è una novità, bensì un fatto antico nella vita e nella società umana. Nel passato parecchie tecnologie hanno favorito varie modalità di informazione: la stampa ha favorito l’informazione scritta; il telefono e la radio hanno privilegiato l’informazione parlata; la fotografia e la televisione hanno agevolato l’informazione visiva. Oggi la tecnologia digitale consente il reperimento, la trasmissione, l’archiviazione e l’elaborazione di dati che diventano informazione. Per quanto potenti le tecnologie dell’informazione non sono altro che strumenti nelle mani dell’uomo: se usati in modo corretto possono essere molto utili a soddisfare il bisogno di conoscenza, un loro uso scorretto può per contro produrre effetti dannosi. Per avvalersene nel migliore dei modi bisogna comprenderne il valore e conoscerne il giusto uso.



Oggigiorno il fabbisogno di informazioni per dirigere un’azienda è cresciuto rapidamente per effetto di fenomeni che si collocano all’esterno ed all’interno della stessa. I primi sono rappresentati dall’intenso e frequente mutamento di valori e situazioni ambientali, che ha interessato non solo il sistema economico ma anche il contesto sociale, culturale e politico. I secondi, invece, sono costituiti dall’adozione sempre più diffusa di metodi e strumenti avanzati di direzione. L’attuazione del processo di direzione comporta un flusso continuo e coordinato di informazioni, che devono essere raccolte, elaborate ed inviate a tutti coloro che operano all’interno della struttura organizzativa. A questa circolazione interna delle informazioni, si aggiunge uno scambio interessante di notizie tra l’impresa e l’ambiente. L’impresa, in quanto istituto finalizzato alla produzione economica6, è chiamata ad interagire in continuazione con l’ambiente dal quale trae le risorse necessarie allo svolgimento della sua attività ed al quale convoglia i risultati ottenuti da quest’ultima. Consegue che l’impresa nel costruire e gestire il suo dinamico equilibrio con l’ambiente, dal quale dipende la sua sopravvivenza, il suo sviluppo nel tempo e la sua legittimazione sociale ad esistere, deve preoccuparsi di instaurare, mantenere e sviluppare costruttive relazioni con i differenti portatori di interesse (stakeholder). Inoltre, un vivace dinamismo ambientale comporta gradi più elevati di incertezza ed imprevedibilità nel governo del sistema di impresa e maggiori necessità di conoscenza: più il contesto economico sociale appare caratterizzato da fenomeni in rapida evoluzione, che richiedono subitanei e profondi cambiamenti dei comportamenti di gestione, più rilevanti divengono le esigenze informative per un’efficace azione direzionale.

Fonti [7]

2 L. Betti, Poesie, Guanda, Milano “Nell’epoca di Internet e dell’e-business, i dati, l’informazione e la conoscenza sono considerati elementi fondamentali di successo per le imprese. Ma non bisogna confondere i tre livelli. Raccogliere ed organizzare i dati non significa automaticamente generare delle informazioni, e anche una volta recepite le informazioni non si trasformano automaticamente in conoscenza.” Shinynews.it, Business Intelligence:conosciamola meglio, in Business Online, maggio 2006

 4“Oggi il progresso tecnico tende incessantemente a sviluppare strumenti di elaborazione e di trasmissione delle informazioni che hanno l’effetto di incrementare la produttività del lavoro mentale, piuttosto che il rendimento dell’attività muscolare; perciò nella misura in cui l’attività mentale dell’uomo è rilevante rispetto alla sua attività fisica, i mutamenti che saranno prodotti dal diffondersi dei nuovi strumenti saranno rilevanti rispetto ai mutamenti determinati dal progresso svoltosi in passato.” P. Saraceno, Irripetibilità dei modelli di sviluppo, in Economia e direzione dell’impresa industriale, ISEDI, Milano, 1978
“I processi direzionali volti a determinare e a regolamentare il comportamento del sistema di impresa sono sempre più qualificati da un’impostazione scientifica, dall’impiego di raffinate tecniche e dall’utilizzazione di sofisticati strumenti di calcolo, di elaborazione e di trasmissione delle informazioni” C. Caramiello, L’indagine prospettiva nel campo aziendale, Cursi, Pisa, 1965
La funzione strumentale dell’impresa consiste nel produrre beni economici atti al soddisfacimento dei bisogni umani. G. Ferrero, Istituzioni di economia d’azienda, Giuffrè, Milano, 1968
7 “La direzione di impresa in vista di perseguire i suoi obiettivi di sopravvivenza, di profitto e di sviluppo dimensionale, si adopera a sottrarre, quanto più è possibile, la gestione alle influenze ambientali; all’uopo risponde alle sfide lanciate dai gruppi esterni (clienti, fornitori, sindacati, ecc.) con una serie di strategie volte ad adattare la gestione al dinamismo dell’ambiente e ad aumentare il suo potere di influenza nei confronti di quest’ultimo per poterlo condizionare e modificare in guisa da conseguire più facilmente e più convenientemente gli obiettivi prestabiliti.” G. Zanda, Direzione per obiettivi e razionalizzazione del governo di impresa, in saggi di Ragioneria e di Economia Aziendale, Cedam, Padova, 1987

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